Egregi Signori della Presidenza della Repubblica, del Parlamento Italiano
ed Europeo, del Governo, dei Partiti, del C.S.M., della Chiesa, delle
Università, dei Centri studi, dei Mezzi di comunicazione, delle Associazioni
di categoria,
Al centrodestra che instilla negli elettori l'idea che il centrosinistra
aumenterebbe le tasse in caso di vittoria elettorale, Prodi ha risposto:
"Questa è
delinquenza politica, nessuno ha mai detto che porteremo l'aliquota
contributiva sugli autonomi al 25%".
Immediata la controreplica del premier Berlusconi:
"Ma si rende
conto delle parole gravissime spedite all'indirizzo della coalizione che in
questo momento rappresenta la maggioranza degli italiani?
E' il segno che al Professore
cominciano a saltare i nervi. Chiederemo l'intervento di Ciampi !"
Allo scopo di verificare il peso di una dichiarazione fatta attraverso i due
mezzi di comunicazione indicati in oggetto, ma seguendo anche la spinta
irrefrenabile di un bisogno sicuramente percepito da tutte le persone
informate della sussistenza e gravità dei fatti, preghiamo
personalmente
i nostri Lettori, che rappresentano,
singolarmente, la
più qualificata parte della nazione sotto il profilo dell'intelligenza,
preparazione, sensibilità morale e politica, e capacità di intervenire con
ampia facoltà di mezzi a disposizione, di dare forza alla nostra denuncia in
calce, che di seguito motiviamo.
Benché siamo convinti che il fenomeno da noi denunciato sia facilmente
percepibile da tutti, forniamo i ragionamenti a sostegno della nostra
azione, da cui risulta evidente l’abuso che da anni, ma forse sarebbe più
giusto dire da sempre, il potere politico perpetra in danno degli strati più
deboli ed indifesi della popolazione, c.s.:
-
I Parlamentari
storicamente appartengono ai ceti con ricchezza media o alta, per censo
o per il trattamento retributivo che è stato sempre di ottimo livello,
ponendoli in uno stato sociale in cui prevale l’umano interesse verso il
patrimonio accumulato, a scapito del reddito da loro percepito al netto
di imposte che rimangono a carico della comunità amministrata o, se
svolgono anche attività privata, a carico dei propri clienti, o
addirittura nascosto, come risulta essere costume diffuso tra i
cittadini;
-
Essi
sono, quindi, in evidente conflitto di interesse nel legiferare sul
fisco poiché non sono disposti a mettere in discussione un regime da cui
traggono benefici notevoli, insieme ad una larga e molto ben
rappresentata fascia di elettori, né a denunciare la loro storica
inerzia di fronte ad un così grave sospetto di imperizia amministrativa,
che potrebbe figurare complicità continuata in atti illegittimi;
-
Essi,
già fin dai tempi della stesura del testo dell’art.53, si sono procurati
gli attuali larghi margini di discrezionalità nell’individuare l’oggetto
dell’azione fiscale, perché hanno sostituito con ‘capacità contributiva’
ciò che già nello Statuto Albertino veniva indicato esplicitamente con
‘i propri averi’;
-
Essi
sono responsabili della legislazione vigente e delle leggi finanziarie
finora varate, in cui, per mascherare il loro comportamento, hanno
sempre posto in secondo piano le regole contabili del prelievo fiscale
rispetto alle motivazioni politiche del relativo impiego dei mezzi
finanziari raccolti, rifiutandosi di riconoscere nell’amministrazione
dello Stato le basilari esigenze di gestione di un semplice ma enorme
condominio, portando a giustificazione le finalità più complesse che,
però, debbono influire solo sulle decisioni per la destinazione dei
fondi;
-
Essi
hanno, così, aumentato il valore contrattuale della loro intermediazione
politica, rendendo astruso un conto elementare, che anche un
amministratore di scarsa perizia avrebbe da tempo risolto in maniera
assolutamente equanime, efficace, efficiente e, cosa molto importante,
non mediabile;
-
Essi
hanno sulla coscienza un continuo impegno a minimizzare le imposte sul
patrimonio e a traslare l’imposizione dalla ricchezza reale ai beni e
servizi di consumo, al cui acquisto od utilizzo sono costretti in modo
indiscriminato anche coloro che non possono sostenere un’azione fiscale
indebita, perché non proporzionale alla personale capacità contributiva
e, ciò che è più vergognoso, perché già fanno grande fatica a
soddisfare i bisogni primari del vivere quotidiano;
-
Essi
dimostrano, ancora oggi, di voler insistere nel prospettare per gli anni
a venire una strategia dell’azione fiscale volta a ridurre le imposte
sui redditi, specialmente per quelli più alti e perseverare nell’azione
protettrice del patrimonio, copiando l’altrui ‘virtuosa’ strategia di
‘affamare la bestia’, cioè i poveri, che in questa democrazia avanzata
ancora non hanno dignità di cittadini;
-
Essi,
in tal modo, sono responsabili della rivalutazione inarrestabile degli
immobili e, di conseguenza, dell’aumento degli affitti, del costo della
vita e dei salari, creando una trappola che ingurgita la maggior parte
dei redditi prodotti e mette in seria difficoltà il Paese, mentre genera
solo profitti parassitari per gli speculatori che, in buona parte, sono
provenienti da attività produttive dismesse o cedute ad operatori
esteri;
-
Essi
sono, di conseguenza, tra i principali responsabili della perdita di
competitività e, in tale occasione, non recuperano neppure il buon senso
di invertire l’andazzo con una sacrosanta imposta patrimoniale, ma
rilanciano sulla spesa, magari con la costituzione di santuari a
gestione politica, per la riqualificazione della offerta interna ed
internazionale di beni e servizi, che forse ne ha anche bisogno, ma che
necessita innanzitutto della urgente riduzione dei prezzi, mediante un
generale alleggerimento della pressione fiscale, dei costi dei servizi
finanziari, commerciali e del lavoro;
-
Essi,
come abbiamo potuto verificare nella ricerca di mezzi per far discutere
le nostre ragioni, sono blindati in una istituzione, il Parlamento, che
difficilmente può essere chiamato concretamente davanti ad un’altra
autorità giudicante per una disamina pubblica del suo operato, perché
rappresenta il Popolo (sovrano, sì, ma distratto o poco informato o
consenziente o solidale per interesse privato);
-
Essi
dovrebbero rispettare la Costituzione, ma la Corte Costituzionale, suo
guardiano, non ha autonomia di azione, e, quindi, sembra che l’unica
soluzione residua sia quella, prospettataci ironicamente da un
funzionario del Ministero di Giustizia, di creare un partito che
conquisti la maggioranza in Parlamento, che, però, lascia presupporre di
possedere e sapere applicare con molto impegno quelle speciali qualità
acrobatiche valorizzate solo da un sistema fiscale, come l’attuale;
-
Essi,
in compenso, dimostrano una grande sensibilità verso gli altri problemi
come, per esempio,
-
il fenomeno del terrorismo internazionale,
ignorando, però, che esso ha origine proprio da una secolare
sopraffazione politica, sociale ed economica verso i più deboli,
solo più sfacciata e feroce rispetto a quella subdola da loro
consumata in patria, e votano gli interventi più o meno armati con
la convinzione di esportare una bella democrazia, quella di cui sono
artefici e responsabili;
-
l’equità della giustizia e il controllo della preparazione
professionale dei giudici,
dove, se verrà confermato il nostro sospetto della loro così grave
incompetenza o, peggio, responsabilità nel preordinamento
truffaldino dell’azione fiscale, proprio i Parlamentari avrebbero
bisogno di quella riqualificazione morale e professionale, da loro
minacciata verso altri ordini dello Stato.
Sulla base delle
motivazioni sopra esposte, desideriamo sintetizzare e personalizzare la
nostra accusa, sperando almeno nella eguale efficacia della posta
elettronica al pari della televisione, a noi vietata, con la seguente
dichiarazione:
"Accusiamo i signori Berlusconi e Prodi,
di
essere unitamente responsabili, forse non in egual misura (*), di
Atteggiamenti
criminosi contro l'umanità,
per i
seguenti motivi:
Benché scientemente e moralmente consapevoli entrambi dei danni che
procurano alla Comunità,
perseverano nella loro attività di leaders di gruppi politici, più o meno
edotti o asserviti,
nella
effettiva o programmata emanazione di provvedimenti legislativi aventi il
medesimo obbiettivo:
Il
consolidamento economico del ceto medio-alto,
relegando la maggioranza della popolazione, mal rappresentata, in una
condizione di mera sudditanza
verso cui non é lecito contrabbandare rigurgiti di assistenza contro il
disconoscimento di diritti legittimi,
nel
proseguimento fuori dal tempo di una amministrazione dello Stato ancora di
piglio medievale,
dove
il 'dominus' di turno, a volte perfino buffone, esercita l'arbitrio di
scegliere l'azione impositiva,
che
rinnova e rafforza costantemente la deriva di una società sempre
più vessatoria ed ipocrita l
(*) Il signor Prodi, come
rappresentante del centro-sinistra. potrebbe essere accusato di tradimento
dal proprio elettorato,
se correttamente
informato delle reali conseguenze economiche e sociali di tale leadership,
più di destra che di sinistra.
Roma, 31 Marzo 2006
segreteria@hominibus.it , per il movimento di opinione
D.D.T. La
Democrazia di Tutti
Chi avrà il coraggio e la
forza morale di mettere in discussione le attuali imposte
sicuramente meriterà
rispetto umano ed un grande riconoscimento sociale,
perché é prioritaria,
rispetto al fervore propositivo sulle alternative della spesa pubblica,
una rigorosa verifica
dell'onestà e correttezza contabile del sistema di contribuzione !